Costruita su una struttura religiosa più antica, esisteva già prima del XVI secolo. Essa si erge nella parte più alta del paese, attigua a un’antica porta che conduceva alle fortificazioni bizantine e secondo la tradizione prizzese, risulta essere la prima chiesa edificata nell’abitato. La costruzione di modestissime dimensioni, lungo il corso dei secoli, ha subito diverse modifiche e ricostruzioni.
Di pianta rettangolare, intorno al XVI secolo, sotto il patronato della famiglia Magrì, fu adornata di stucchi policromi, ma intorno agli anni ‘50 crollò. Ancora oggi si possono vedere le basi della volta e resti di stucchi sui muri. Custodisce un’acquasantiera in marmo bianco, sostenuta da una mano e attribuita alla scuola del Gagini.
La Chiesa prende il nome del Santo a cui è dedicata e ne conserva la statua. È raffigurato in piedi, stante sulla gamba sinistra, con la destra leggermente piegata come nelle pose rinascimentali.
Nonostante sia in procinto di morire, il suo sguardo è tenero e dolce e sembra non sottolineare nemmeno un po’ di ira o vendetta nei confronti dei suoi assassini, anzi sembra che li abbia già perdonati.